Spalla
PERIARTRITE
Questo termine è stato coniato da Duplay nel 1890. Viene ancor oggi utilizzato impropriamente per definire disturbi a carico della spalla. Le principali patologie che affliggono quest’ articolazione possono essere suddivise in patologie da instabilità, in patologie dei tendini della cuffia dei rotatori e del capo lungo del bicipite ed in patologie della capsula aricolare, una specie di sacchetto che avvolge l’articolazione.
LE PATOLOGIE DELLA CUFFIA DEI ROTATORI E DEL CAPO LUNGO DEL BICIPITE
La cuffia dei rotatori è un insieme di 4 tendini (sovraspinoso, sottospinoso, piccolo rotondo e sottoscapolare) che aderiscono alla testa dell’omero permettendo il movimento della spalla in maniera corretta ovvero mantenendo la testa omerale centrata nella glena scapolare una cavità di forma ovoidale. Diversi studi hanno messo in evidenza come questi tendini tendano ad indebolirsi dopo i 55 anni di età ed in alcuni casi a rompersi. L’usura può essere favorita da un eccessivo attrito con l’osso sovrastante la cuffia l’acromion.
Queste lesioni sono spesso causa di dolore e di difficoltà a sollevare il braccio e frequentemente non guariscono da sole e devono essere riparate chirurgicamente per via artroscopica ovvero non praticando un taglio alla spalla ma suturando la lesione attraverso piccoli fori con l’ausilio di una telecamera. Il capo lungo del bicipite, se degenerato, può essere causa di dolore ed in alcuni casi si è costretti a reciderlo. Questo tipo di intervento non causa mai un indebolimento del braccio e spesso risolve la sintomatologia dolorosa. In questi tipi di patologia è di fondamentale importanza una stretta collaborazione tra chirurgo e fisioterapista sia nel periodo preoperatorio che successivamente all’intervento. Dal punto di vista riabilitativo va sia prestata molta attenzione a quanto fatto dal chirurgo per non arrecare danni alle strutture suturate durante il lavoro di recupero articolare, sia a ristabilire una corretta postura scapolare. Il recupero di queste lesioni postchirurgia dipende da diverse variabili. Nel caso di un’acromionplastica ovvero di una rettifica del margine antero laterale dell’acromion che viene effettuato con l’utilizzo di una fresa di piccole dimensioni (leggermente più grande di quella utilizzata dai dentisti) il recupero è abbastanza veloce, dopo un breve periodo di circa dieci giorni di utilizzo di un tutore toraco brachiale si riesce ad acquisire una buona funzionalità del braccio ad un mese ed un completo recupero a sessanta giorni dall’intervento. Nel caso sia leso il motore della spalla, ovvero la cuffia dei rotatori, bisogna andare
più cauti, valutare bene quanto fatto dal chirurgo, l’entità della lesione, la qualità del tessuto tendineo, le condizioni generali del paziente. Non tutte le lesioni di cuffia sono uguali ma mediamente possiamo dire che dopo l’utilizzo di un tutore per circa trenta giorni, durante i quali il paziente viene già inquadrato e seguito dal fisioterapista, si riesce a due mesi dall’intervento ad avere una motilità discreta al di sotto dei 90° di elevazione mentre a quattro mesi la motilità e la funzionalità è pressoché completa.
La ripresa dell’attività sportiva è data a sei mesi dall’intervento ben sapendo che il tendine è stato riparato e per quanto ben suturato ha una resistenza agli stress fisici inferiore ad un tendine sano.
LA PATOLOGIA DA INSTABILITA’
La spalla è l’articolazione più mobile del corpo umano. Questa sua grande possibilità di movimento è determinata da una stabilità articolare inferiore ad altre articolazioni. In determinate situazioni come traumi o movimenti poco controllati la testa omerale può spostarsi dalla sua sede nella glena scapolare fino a fuoriuscirne, in questo caso si parla di lussazione. Il paziente avverte la spalla sfuggire da posto, in particolar modo nello svolgimento di attività con le mani al di sopra della testa. A volte la spalla può lussarsi anche durante comuni attività della vita quotidiana come dormire, lavarsi. Spesso una lussazione è causa di lesioni ai legamenti della spalla. Esistono persone soggette a particolari lassità legamentose e quindi predisposte a lussazioni abituali. Il trattamento di queste lesioni può essere esclusivamente riabilitativo. Dopo un corretto inquadramento medico specialistico, il compito del riabilitatore consiste nel cercare di ristabilire una corretta postura scapolare e nel rinforzo la muscolatura stabilizzante la spalla. In caso di lesioni delle strutture stabilizzanti la spalla solitamente il trattamento è chirurgico per la riparazione delle strutture legamentose lese e successivamente riabilitativo. Queste lesioni solitamente recuperano una buona funzionalità in tempi abbastanza veloci. A due mesi dall’intervento solitamente il paziente riesce già ad avere una motilità dell’arto quasi normale. L’attività sportiva viene concessa a sei mesi circa dalla chirurgia.
CAPSULITE ADESIVA O SPALLA CONGELATA
Capsulite adesiva, capsulite retrattile, spalla congelata o all’inglese “frozen shoulder” sono la stessa cosa. E’ una patologia di cui non si conosce esattamente la causa. Può essere scatenata da un trauma, è più frequente nelle persone diabetiche. Si è visto che le tendiniti calcifiche della cuffia dei rotatori possono essere causa di fenomeni capsulitici in quanto i sali di calcio sono irritanti la capsula articolare della spalla. Questa patologia è caratterizzata da tre fasi:
1) congelante (freezing) caratterizzata da forti dolori;
2) congelata (frozen) caratterizzata da un irrigidimento con importante limitazione dell’articolarità e da scarso dolore;
3) fase di risoluzione in cui si ha un graduale recupero del movimento perso.
La terapia di questa problematica è nel 90% dei casi infiltrativa e riabilitativa. Spesso è necessario parecchio tempo per il completo recupero articolare (6/8 mesi). Sono da sconsigliarsi manovre dolorose e violente alla spalla, la capsulite sembra meglio rispondere ad un lavoro fatto al di sotto della soglia del dolore. Considerata la lunga prognosi di questa patologia la frequenza di trattamento è solitamente settimanale.
ARTROSI DI SPALLA
In alcuni casi molto selezionati, quando l’artrosi ha ormai degenerato in maniera irreparabile l’articolazione della spalla, si è costretti a sostituire l’articolazione stessa con una protesica. Questo intervento è riservato ad un ristretto numero di pazienti. Dopo un periodo riabilitativo di 3-4 mesi solitamente si riesce a recuperare una discreta funzionalità del braccio.