Ginocchio
IL GINOCCHIO
E’ la più grande articolazione del corpo umano. E’ costituito da legamenti, cartilagine e menischi ed è contornato da numerosi tendini e muscoli. Tutte queste strutture possono riportare lesioni o essere causa di dolore.
RISENTIMENTI TENDINEI
Il ginocchio è contornato da numerosi tendini come dicevamo prima. I dolori tendinei sono frequentemente dovuti o a sovraccarico di queste strutture nel caso di pazienti giovani sportivi o a degenerazione della struttura tendinea in pazienti più anziani. Solitamente vengono riferiti dolori nella parte posteriore del ginocchio in corrispondenza dell’inserzione dei tendini flessori del ginocchio, nella parte mediale dove si inseriscono più tendini in un punto anteriore detto “zampo d’oca” o anteriormente in corrispondenza del tendine rotuleo che permette l’inserzione di uno dei muscoli più potenti del corpo umano il quadricipite. Il trattamento di questi risentimenti è quasi sempre riabilitativo. Un buon lavoro di riequilibratura muscolare mirato allo scioglimento delle tensioni dell’apparato muscolare che spesso si creano associato ad un buon programma di terapia fisica da spesso buoni risultati.
DOLORE FEMORO ROTULEO
E’ spesso dovuto ad una sofferenza della cartilagine che riveste la rotula o patella. Questa sofferenza è a volte lieve, a volte più importante come nel caso di vere e proprie lesioni della cartilagine stessa. I pazienti che soffrono di questo disturbo lamentano un dolore anteriore di ginocchio, che si esacerba nell’esecuzioni di attività a ginocchio flesso (sedere con i piedi al di sotto della sedia) specialmente in carico (accovacciarsi) e nelle attività che richiedono un importante reclutamento del quadricipite (scendere le scale). Spesso questo fastidio viene lamentato da persone molto giovani ed è bilaterale. Il paziente lamenta un vivo dolore nella parte anteriore del ginocchio e spesso sente il bisogno di estendere la gamba specialmente dopo essere stato parecchio seduto. Il trattamento è mirato in una prima fase alla risoluzione del dolore evitando i movimenti e le attività scatenanti la sintomatologia ed evitando qualsiasi attività di rinforzo. Utile spesso in questo periodo è un ciclo infiltrativo con acido ialuronico. Possono agevolare la riduzione del dolore particolari bendaggi o tutori centranti la rotula all’interno dello sfondato rotuleo (il solco in cui scorre). Una volta ridotta la sintomatologia dolorosa deve essere impostato un lavoro di riequilibra tura muscolare delle strutture deputate al movimento della rotula stessa.
LEGAMENTI
Servono a conferire stabilità all’articolazione. I legamenti che spesso subiscono lesioni da traumi causati da attività sportive o da cadute accidentali. I legamenti che più frequentemente subiscono lesioni nei traumi discorsivi del ginocchio sono i legamenti crociati (anteriore e posteriore) che sono all’interno dell’articolazione e i legamenti collaterali che si trovano all’esterno dell’articolazione. Il sintomo che il paziente lamenta è una cedevolezza eccessiva del ginocchio. In caso di lesione dei legamenti crociati sappiamo che essi non guariscono mai spontaneamente e che se si intende ridare stabilità al ginocchio, considerando età ed esigenze funzionali del paziente, sarà necessario un intervento chirurgico di ricostruzione del legamento. Solitamente un intervento di ricostruzione di legamento crociato è bene utilizzare le stampelle almeno per un mese anche in assenza di dolore per permettere al nuovo legamento di attecchire saldandosi bene sull’osso. La prima fase dell’iter riabilitativo di circa un mese è mirata al recupero della normale motilità del ginocchio ed a un cauto rinforzo muscolare. A questa fase ne seguirà una seconda di rinforzo muscolare più intenso. A due mesi circa viene concesso il nuoto evitando la rana e la bici su terreno piano. L’attività di rinforzo in palestra solitamente è concessa a quattro mesi dall’intervento. La ripresa dell’attività sportiva è possibile in maniera sicura non prima dei sei mesi dall’operazione. I legamenti collaterali solitamente cicatrizzano spontaneamente e viene quasi sempre trattato conservativamente. Dopo l’utilizzo per una ventina di giorni di appositi tutori può essere intrapreso il recupero articolare e muscolare.
MENISCHI
Sono due cuscinetti fibrocartilaginei per ginocchio. Servono ad ammortizzare i carichi e collaborano con i legamenti a stabilizzare il ginocchio. La loro lesione è spesso causa di dolore che si esacerba durante le torsioni del ginocchio. Il trattamento delle lesioni meniscali è quasi sempre di pertinenza chirurgica. L’iter riabilitativo postchirurgico è solitamente breve.
CARTILAGINE
E’ una struttura di tessuto connettivo che riveste le articolazioni. Con l’avanzare dell’età si usura. Può subire lesioni da traumi anche in giovane età. Particolari deviazioni dell’asse del ginocchio (ginocchio valgo e varo) possono favorire la degenerazione di determinate zone in cui si verifica un sovraccarico. Il sintomo tipico lamentato è il dolore con difficoltà al carico. Le lesioni lievi di primo e secondo grado possono trarre beneficio dall’impiego di campi magnetici sull’articolazione interessata. In casi molto selezionati ed in pazienti di giovane età sono possibili interventi di riparazione del danno cartilagineo. In pazienti non più giovani con grave usura della cartilagine l’unica soluzione è la sostituzione protesica dei capi articolari come nel caso dell’anca.
ALGODISTROFIA
E’ una patologia complessa non del tutto conosciuta. Oggi il meccanismo più accreditato è quello di una disfunzione del sistema nervoso simpatico. Quest’ultimo per varie cause verrebbe ipersollecitato e altera come conseguenza i normali processi fisiologici dell’osso e dei tessuti molli circostanti. L’osso tende a riassorbirsi creando così un quadro di osteoporosi dando spazio all’infiltrazione d’acqua che aumenta così la pressione all’interno dell’osso e indebolisce la sua struttura. Colpisce con maggior frequenza l’estremità degli arti (piede e mano) ma può interessare anche il ginocchio e l’anca. I sintomi variano notevolmente e dipendono dalla zona e l’area colpita. All’inizio possono essere sia subdoli sia estremamente intensi. Sono caratterizzati da dolore più o meno intenso, talvolta intollerabile sottocarico e talvolta anche a riposo, gonfiore, rossore e calore, formicolio, bruciore, impotenza funzionale del distretto colpito e una sudorazione anomala della zona interessata. La diagnosi spesso viene fatta in ritardo. Le radiografie convenzionali sono spesso negative all’inizio del processo in quanto non sono in grado di rilevare le modifiche qualitative dell’osso. Indispensabile eseguire una Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) con STIR che mette in evidenza l’edema dell’osso coinvolto. Se non trattata tende facilmente a cronicizzarsi e può divenire estremamente debilitante. Inoltre l’osso essendo indebolito di calcio diventa meno resistente al carico e quindi può deformarsi provocando cosi un danno permanente. Come talvolta insorge spontaneamente può anche risolversi spontaneamente in tempi molto lunghi (8-15 mesi). Esistono diversi protocolli per trattare l’Algodistrofia. L’obiettivo comune è di restituire un normale flusso sanguigno nell’osso e tessuti circostanti e un normale rapporto di calcio nell’osso. Per fare questo l’osso ha bisogno di stimoli adeguati. Risulta molto utile il carico controllato, il lavoro muscolare e mobilizzazione delle articolazioni coinvolte, i campi magnetici pulsanti, la camera iperbarica, i blocchi del simpatico, i farmaci contro l’osteoporosi, i vaso dilatatori, ginnastica vascolare e i drenaggi linfatici. La terapia quindi serve ad abbreviare il decorso della malattia e ad evitare un danno permanente da rigidità articolare.
ARTROSI O GONARTROSI
Quando la cartilagine è completamente consumata esponendo l’osso sottostante si è costretti a sostituire l’articolazione del ginocchio con una protesica. Come per l’anca dopo l’intervento è necessario l’utilizzo di stampelle per circa un mese. La fisioterapia nel postoperatorio è mirata al recupero articolare, al rinforzo muscolare e alla rieducazione del passo. Il piano di trattamento non deve essere standardizzato ma personalizzato previa una valutazione iniziale.